Tempi moderni e genitorialità
Vi propongo qui un mio articolo sui tempi moderni e la genitorialità pubblicato sul quotidiano Alto Adige di Bolzano del 29/06/2024 per la rubrica Oltre il Pensiero.
Ho deciso di parlare di questo argomento in quanto è una tematica attuale che mi viene portata in seduta, sia essa in studio a Bolzano presso REHAplus sia nei colloqui via Skype.
Essere genitori oggi può apparire a volte come un campo minato, non solo per la sua reale difficoltà ma anche se si considerano giudizi e opinioni e si fanno paragoni con altri. I genitori subiscono quotidianamente giudizi, critiche e confronti, accentuati dall’uso dei social network. Online, si cerca di inseguire l’idea del genitore perfetto, l’influencer di turno pubblica storie irrealistiche proponendo una figura genitoriale che non commette mai errori, sempre pronta a dispensare consigli e mostrare una vita ideale, che in realtà non esiste. Dovremmo iniziare a normalizzare, tra genitori e professionisti in ambito psicologico e pedagogico, il fatto che le famiglie non sono tutte uguali e soprattutto non sono come quelle delle pubblicità, che le case possono essere in disordine, che a volte il frigorifero non è pieno e che i bambini sono tutti diversi! Il confronto continuo con modelli irrealistici può creare emozioni negative all’interno della famiglia perché non si riesce a raggiungere quel genere di scenario. La società moderna, così frenetica e in continuo movimento, disturbata da modelli fuorvianti sta perdendo in parte ciò che è al centro di tutto questo, cioè il bambino e il suo sviluppo. Rousseau parlava di puerocentrismo, secondo il quale la natura e le caratteristiche del bambino vanno poste al centro delle scelte educative, riconoscendone spontaneità, libertà e autonomia e rispettandone tempi e inclinazioni. Questo concetto è stato ulteriormente sviluppato dalla teoria dell’attaccamento di Bowlby, il quale sostiene che un legame sicuro tra bambino e genitore è fondamentale per il corretto sviluppo emotivo e psicologico del bambino. Bowlby afferma che i bambini hanno bisogno di sentirsi sicuri e protetti per esplorare il mondo e sviluppare una sana autostima. Cosa succede però se è il genitore stesso a non sentirsi sicuro ma in continua competizione e sotto la lente di ingrandimento del giudizio comune? L’empatia dovrebbe essere messa al primo posto, mettersi nei panni altrui evitando così critiche o giudizi non costruttivi. Spesso siamo unicamente concentrati sulla nascita del bambino, mettendo in secondo piano chi deve occuparsi di lui, cioè i genitori con il loro benessere psico fisico. Sarebbe dunque importante creare sempre più spazi di confronto costruttivo per i neo genitori, un luogo o uno spazio psicologico dove sentirsi accolti senza giudizio, dove poter esprimere emozioni, fatiche e traguardi e dove la figura paterna viene considerata parimenti importante come quella materna. Dobbiamo ricordare che essere genitori significa intraprendere un viaggio unico, caratterizzato da sfide e gioie che non possono essere comparate a quelle di altri. Ogni famiglia ha il proprio percorso, difficoltà e successi, e riconoscere la bellezza di questa unicità può liberarci dal peso delle aspettative irrealistiche. Solo così, mettendo al centro il benessere emotivo di tutti i membri della famiglia, possiamo crescere figli sicuri e felici, pronti a esplorare il mondo con fiducia. Ricordiamoci sempre che non esistono genitori perfetti, ma solo genitori che fanno del loro meglio.
Dott.ssa Valentina Candela, Psicologa
Se senti di avere un problema è importante capirne la causa. A volte però l’aiuto di famigliari e amici non è sufficiente ed è necessario rivolgersi ad un professionista Psicologo. Se senti di aver bisogno di una consulenza psicologica non esitare a contattarmi per prendere un appuntamento a Bolzano presso REHAPLUS o via Skype.