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Vi propongo qui un mio articolo comportamento passivo aggressivo pubblicato sul quotidiano Alto Adige di Bolzano del 05/12/2020 per la rubrica Oltre il Pensiero.

Ho deciso di parlare di questo argomento in quanto è una tematica attuale che mi viene portata in seduta, sia essa in studio a Bolzano presso  REHAplus sia nei colloqui via Skype.

Ci sono comportamenti che notiamo negli altri e che ci provocano fastidio. Avete presente quella persona che oggi ti tiene il broncio senza alcun motivo e domani è tutto passato? Oppure ancora qualcuno che esprime critiche pungenti per poi dire “stavo scherzando”? Molto probabilmente ci troviamo davanti ad una persona passivo-aggressiva. Il comportamento passivo-aggressivo è definito come un modo deliberato e mascherato di esprimere sentimenti di rabbia (Long, Long & Whitson, 2008). Le persone che mettono in atto questo tipo di atteggiamenti non sono in grado di esprimere in modo corretto sentimenti negativi e per questo mettono in atto comportamenti di indifferenza o aggressività nascosta ad esempio da un falso sorriso. Tutti noi possiamo avere atteggiamenti simili, il problema sorge quando essi diventano quotidiani perché oltre a portare gli altri su una continua giostra emotiva anche noi siamo sofferenti proprio per il fatto che non riusciamo ad esprimere in modo corretto la nostra rabbia o frustrazione. Ci sono comportamenti più indicativi rispetto ad altri, uno è quello di dichiararsi “non arrabbiato” come se la rabbia fosse qualcosa che è sbagliato provare. E’ bene ricordare che la rabbia, così come paura, tristezza, gioia, sorpresa, disprezzo e disgusto, fa parte delle emozioni di base o innate proprio perché fanno parte del nostro corredo genetico. Il non esprimere in modo corretto un’emozione, in questo caso la rabbia, non è funzionale per il nostro benessere e potrebbe creare una serie di problemi anche gravi sia a livello psicologico che fisico. Un altro comportamento tipico è affermare che vada tutto bene quando in realtà non è così, questo perché è molto più comodo per alcuni evitare il confronto perché potrebbe diventare uno scontro difficile da gestire soprattutto nel portare avanti le proprie idee. Il punto è però che in molte occasioni quello che pensiamo, anche se non viene detto, è “smascherato” dalle nostre espressioni, spesso la parola mente ma il viso no. Altre frasi tipiche sono “pensavo lo avessi capito”, “non sono bravo quanto te”, “stavo solo scherzando”, “non capisco cosa vuoi dirmi” o ancora “facciamo quello che vuoi”. Questi sono solo alcuni esempi ma è importante dire che il passivo-aggressivo non sa di esserlo e fa fatica a riconoscersi in questa etichetta. Pensa di essere adeguato, disponibile, attento e anzi, soffre molto del fatto di non essere capito o frainteso, come se il mondo fosse un posto orribile dove non ci sia spazio per i suoi pensieri e sofferenze mentre è lui stesso il primo a non riuscire ad esprimerle. E’ un po’ come quel collega che si lamenta di qualcosa e quando c’è da parlare direttamente con il capo sta in silenzio o dice che va tutto bene (provocando fastidio negli altri che improvvisamente si sentono in grande confusione). E’ molto più facile infatti fare la vittima o dare la colpa all’altro piuttosto che affrontare le situazioni negativi o difficili in modo adeguato. Non è semplice trattare con il passivo aggressivo perché troverà problemi anche quando non ci sono; una strategia può essere quella di non assecondarlo e provare a rispecchiargli il suo atteggiamento, se ancora non capisce si può provare a cambiare discorso o ancora a sdrammatizzare per provare a riportare i toni su un piano di dialogo e di confronto.

Dott.ssa Valentina Candela, Psicologa

Se senti di avere un problema è importante capirne la causa. A volte però l’aiuto di famigliari e amici non è sufficiente ed è necessario rivolgersi ad un professionista Psicologo. Se senti di aver bisogno di una consulenza psicologica non esitare a contattarmi per prendere un appuntamento a Bolzano o via Skype.

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